La Restauro
Tornitura
Il tornio da legno è un macchinario che utilizza il moto rotatorio per la trasformazione di pezzi di legno grezzi e squadrati in oggetti tondeggianti, simmetrici o asimmetrici.
Il principio di questa tecnica deriva dall’antichissimo impiego della ruota da parte dei vasari per modellare l’argilla: i vasi d’argilla sono stati in effetti tra i prodotti più commerciati dell’epoca, sia per il trasporto delle merci che come opera d’arte.
Il gusto per l’oggetto tornito conosce il suo picco nel periodo barocco, in cui possiamo ritrovare sostegni di tavoli simili a vasi (guarda caso), colonnine tortili di letti, stipi e poltrone: ancora una volta l’artigiano diventa vero e proprio artista, rendendo la struttura di sostegno un’opera essa stessa.
Dal momento della sua meccanizzazione e della sua conseguente produzione in serie, gli oggetti vengono torniti in spessore e con una finezza sempre maggiore, attraverso anche l’utilizzo di nuove essenze lignee provenienti da tutto il mondo: grazie alla scala di durezza del legno, calcolata tramite il test di Janka e nata con lo scopo di identificare le essenza più adatte alla pavimentazione, è ora possibile ricavare la velocità idonea all’asportazione del truciolo di una molteplicità di tipi di legno.
Dobbiamo quindi a questo ricercatore austriaco dell’’800 la possibilità di creare oggetti sempre più complessi e colorati, evitando che il pezzo lavorato si possa rompere all’ultimo momento!
La qualità del pezzo finito non è dato dalla forza che viene impressa su di esso, ma dalla corretta inclinazione della lama, lavorando spesso al limite della rottura
Gli strumenti che vengono utilizzati per tornire sono delle sgorbie “un po’ cresciute”, con manici e coltelli molto più lunghi delle sgorbie da intaglio, alcuni di quasi mezzo metro!
E’ anche per questo motivo che si potrebbe addurre l’utilizzo maggiore della forza fisica, ma non è così: la lunghezza maggiore dell’utensile permette all’operatore di beneficiare del moto rotatorio del pezzo ponendo in posizione tangenziale la lama rispetto ad esso ed iniziando così l’asportazione del truciolo, senza causare il blocco della macchina, né rotture improvvise.
Una volta trasformato il parallelepipedo iniziale in cilindro, si comincia la lavorazione attraverso l’utilizzo di utensili di varia natura: a seconda del profilo che si vuole ottenere: vi sono “gole” più o meno concave, dove lo “stracantone” arriva ad ottenere un profilo a “V”, mentre il “troncatore” all’opposto ha una gola molto ampia per iniziare a “sbucciare” il legno. La posizione del corpo davanti al tornio è determinante nella buona riuscita dell’oggetto, poiché essa coincide con l’inclinazione dell’utensile sul pezzo e dalla forza finale su esso applicata: l’asse del tornio coincidente col gomito e le gambe posizionate “ore 10 e ore 12” sono solo alcuni consigli che aiutano la riduzione delle vibrazioni durante il lavoro e l’eccessiva tensione nel manovrare gli utensili.
Estrema precisione nella posizione dell’attrezzo viene posta ad esempio nella produzione del corpo delle penne, in cui il cilindro finale deve risultare di circa 1-2mm di spessore massimo, vuoto all’interno e perfettamente liscio; in questo caso la difficoltà sta proprio nell’assemblaggio del corpo in legno con la parte metallica della penna, biro o stilografica. E’ proprio alla fine della tornitura infatti che viene normalmente impiegato un calibro digitale, con il quale si verifica la corrispondenza tra diametro del corpo in legno e della parte in metallo.
Gli strumenti che vengono utilizzati per tornire sono delle sgorbie “un po’ cresciute”, con manici e coltelli molto più lunghi delle sgorbie da intaglio, alcuni di quasi mezzo metro!
E’ anche per questo motivo che si potrebbe addurre l’utilizzo maggiore della forza fisica, ma non è così: la lunghezza maggiore dell’utensile permette all’operatore di beneficiare del moto rotatorio del pezzo ponendo in posizione tangenziale la lama rispetto ad esso ed iniziando così l’asportazione del truciolo, senza causare il blocco della macchina, né rotture improvvise.
Una volta trasformato il parallelepipedo iniziale in cilindro, si comincia la lavorazione attraverso l’utilizzo di utensili di varia natura: a seconda del profilo che si vuole ottenere: vi sono “gole” più o meno concave, dove lo “stracantone” arriva ad ottenere un profilo a “V”, mentre il “troncatore” all’opposto ha una gola molto ampia per iniziare a “sbucciare” il legno. La posizione del corpo davanti al tornio è determinante nella buona riuscita dell’oggetto, poiché essa coincide con l’inclinazione dell’utensile sul pezzo e dalla forza finale su esso applicata: l’asse del tornio coincidente col gomito e le gambe posizionate “ore 10 e ore 12” sono solo alcuni consigli che aiutano la riduzione delle vibrazioni durante il lavoro e l’eccessiva tensione nel manovrare gli utensili.
Estrema precisione nella posizione dell’attrezzo viene posta ad esempio nella produzione del corpo delle penne, in cui il cilindro finale deve risultare di circa 1-2mm di spessore massimo, vuoto all’interno e perfettamente liscio; in questo caso la difficoltà sta proprio nell’assemblaggio del corpo in legno con la parte metallica della penna, biro o stilografica. E’ proprio alla fine della tornitura infatti che viene normalmente impiegato un calibro digitale, con il quale si verifica la corrispondenza tra diametro del corpo in legno e della parte in metallo.